Open Source
In informatica il termine inglese open source (ovvero sorgente aperto) viene utilizzato per riferirsi ad un tipo di software o al suo modello di sviluppo o distribuzione. Un software di questo tipo è reso tale per mezzo di una licenza attraverso cui i detentori dei diritti ne favoriscono la modifica, lo studio, l’utilizzo e la redistribuzione. La caratteristica principale di queste licenze è dunque la pubblicazione del codice sorgente (da cui il nome). Il fenomeno ha tratto grande beneficio da Internet, perché esso permette a programmatori distanti di coordinarsi e lavorare allo stesso progetto.
Alla filosofia del movimento sorgente aperto si ispira il movimento open content (contenuti aperti): in questo caso, ad essere liberamente disponibile non è il codice sorgente di un software, ma contenuti editoriali quali testi, immagini, video e musica. Wikipedia è un chiaro esempio dei frutti di questo movimento. Attualmente, l’open source tende ad assumere rilievo filosofico, consistendo in una nuova concezione della vita, aperta ed ostile a qualsiasi appannaggio esclusivo, che l’open source si propone di superare mediante la condivisione della conoscenza.
Open source e software libero, seppure siano spesso utilizzati come sinonimi, hanno definizioni differenti: l’Open Source Initiative ha definito questo termine per descrivere soprattutto libertà sul codice sorgente di un’opera. Invece, il concetto di software libero descrive più generalmente le libertà applicate ad un’opera ed è prerequisito che il suo codice sia consultabile e modificabile, rientrando generalmente nella definizione di sorgente aperto.