Cosa sono le Variabili?
Una variabile, in informatica, è un contenitore di dati situato in una porzione di memoria (una o più locazioni di memoria) destinata a contenere valori, suscettibili di modifica nel corso dell’esecuzione di un programma. Una variabile è caratterizzata da un nome (inteso solitamente come una sequenza di caratteri e cifre). Può essere immaginata come un contenitore etichettato in cui è possibile assegnare e recuperare informazioni.
Ogni variabile ha un nome univoco che la distingue da tutte le altre. L’operazione per dare un nome a una variabile è detta “dichiarazione“. Quando si dichiara una variabile, si specifica il suo nome e il tipo di dato che può essere immagazzinato al suo interno. Ad esempio, si può dichiarare una variabile di tipo “int” per memorizzare numeri interi o una variabile di tipo “string” per contenere una sequenza di caratteri.
Dopo aver dichiarato la variabile, si può assegnargli un determinato valore. Questa operazione è detta “assegnazione“.
Nota. In alcuni linguaggi di programmazione la dichiarazione delle variabili è obbligatoria e va fatta all’inizio della stesura di un programma. In altri linguaggi, invece, è facoltativa.
Le variabili possono essere utilizzate per manipolare e memorizzare dati temporanei o permanenti durante l’esecuzione di un programma. Possono essere assegnate, lette, modificate e utilizzate in espressioni o istruzioni per eseguire calcoli, condizionare il flusso del programma o comunicare tra diverse parti del codice.
Le variabili sono uno strumento fondamentale nella programmazione perché consentono di gestire e manipolare dati in modo dinamico, rendendo il codice più flessibile e adattabile alle diverse situazioni.
Le costanti
Una costante è dato non modificabile situato in una porzione di memoria (una o più locazioni di memoria) destinata a contenere un valore, che non può essere appunto modificato nel corso dell’esecuzione di un programma. Una costante può essere caratterizzata da un nome (inteso solitamente come una sequenza di caratteri e cifre).
Quindi si comporta come una variabile, ma l’unica differenza con quest’ultima è che il valore non può essere cambiato durante il corso del programma: rimarrà dunque costante.
Un esempio di costante potrebbe essere la definizione di un valore fisso e immutabile all’interno di un programma. Nella maggior parte dei linguaggi di programmazione, le costanti vengono dichiarate con la parola chiave “const” o “final” seguita dal tipo di dato e dal valore assegnato.
Ad esempio, supponiamo di voler definire una costante per rappresentare il valore di Pi greco (π) nel linguaggio C#. Possiamo farlo nel seguente modo:
const double Pi = 3.14159;
In questo caso, abbiamo dichiarato una costante chiamata “Pi” di tipo “double” e le abbiamo assegnato il valore approssimativo di 3.14159.
Una volta dichiarata, una costante non può essere modificata durante l’esecuzione del programma. Quindi, ogni volta che ci riferiamo a “Pi” nel nostro codice, sappiamo che il suo valore sarà sempre quello definito in fase di dichiarazione.
Le costanti sono utili per rappresentare valori che sono noti a priori e che non devono essere modificati nel corso dell’esecuzione del programma. Consentono di rendere il codice più leggibile, facilitano la manutenzione e garantiscono la coerenza dei valori utilizzati in diverse parti del programma.
I valori delle variabili
Nei linguaggi tipizzati, ogni variabile è caratterizzata da un tipo di dato, che specifica come deve essere considerato il dato rappresentato, e possibilmente restringe i valori accettabili. Ad esempio, una variabile destinata a contenere il numero progressivo di un mese di una data, potrà assumere solo i valori interi da 1 a 12.
L’insieme delle variabili esistenti a tempo di esecuzione è contenuto all’interno dell’ambiente.
Perciò possiamo assegnarli un valore numerico, una stringa alfanumerica (testo e numeri), un valore logico-boolano (vero o falso), ecc.
Una volta registrato un valore a una variabile, possiamo richiamare e leggere il suo contenuto in qualsiasi momento.
I tipi di base delle variabili sono numerici e testuali.
Per i numerici
Boolenano: questo tipo di variabile può avere solo valori vero o falso, prende questo nome da Boole, matematico che ha codificato l’algebra della logica.
Intero: numeri non decimali, il limite di dimensione che possono avere dipende dal linguaggio utilizzato, molti linguaggi hanno vari tipi di interi in base ai limiti che deve avere (e conseguentemente allo spazio in memoria che occuperà)
Reale: Numeri con la virgola, anche in questo caso esistono vari tipi di reali, in base alla precisione dei decimali che si vuole ottenere.
Nota: normalmente tutti i tipi numerici possono essere con segno (numeri sia positivi che negativi) o senza segno (solo numeri positivi) es: da -32768 a +32767 oppure da 0 a 65535, inoltre, qualora si cerchi di assegnargli un valore superiore a quello che può contenere (ad esempio 66000) si otterrà un risultato inatteso (in base al linguaggio utilizzato).
Per i caratteri
Enumerato: non supportato in tutti i linguaggi, permette abbinare dei numeri interi a dei dati non numerici (es: i mesi o i giorni della settimana) in modo da poter effettuale dei calcoli su dati apparentemente non numerici,
Caratteri: tutti i caratteri, siano essi letter maiuscole, minuscole, numeri o caratteri speciali (come virgola, punto esclamativo o parentesi), è importante non confondere il carattere numerico con il relativo tipo numerico.